Il mio mondo

Il mio mondo

martedì 24 settembre 2013

Siamo solo delle maestre?

Trovo continuamente link a foto come queste:

Una volta, all'università, una mia compagna aveva detto che insegnare è una VOCAZIONE.
Più passa il tempo e più credo avesse ragione.
Ci vuole passione, forza, attenzione, cuore, anima...

Ogni giorno ho davanti a me 21 bambini, ognuno con richieste e bisogni diversi.
Non sempre riesco ad avere altrettanti cervelli e cuori...

Per chi entusiasta, nel suo inglese/filippino, mi racconta cose che fatico a comprendere.

Per chi si è graffiato la mano e mi chiede un cerotto. "Ma no, non serve, vai in bagno a bagnarla".

Per chi è geloso e lo dimostra interrompendomi tutte le volte che parlo con chi ha più difficoltà.

Per chi vuole un sorriso o per chi vuole solo essere lasciato in pace.

Per chi fa fatica e ha bisogno di supporto, ma a volte lo vuole e a volte lo rifiuta.

Per chi scoppia a piangere all'improvviso, in un pianto angosciato e inconsolabile, senza un motivo apparente. Anche se un motivo di sicuro c'è...

Poi torno a casa e ne ho altri tre che hanno tanto, troppo, bisogno di me. Quante volte ho l'impressione di non riuscire a star dietro a tutto nel modo giusto... Dietro ai loro bisogni, alle loro necessità, alle incombenze della scuola (la loro), ai capricci, ai premi, ai castighi... A tutto ciò che fa di ognuna di noi una MAMMA. 

A volte vorrei essere capace di avere quei 24 cuori e cervelli di cui avrei bisogno ogni giorno. 
Ma ne ho solo uno, sia dell'uno che dell'altro, e posso solo fare del mio meglio per essere la miglior maestra e la miglior mamma possibile, con tutte le mie capacità e tutti i miei limiti.

giovedì 19 settembre 2013

Quello che la musica trasmette


Ieri è stata giornata di verifiche così, l'ultima mezz'ora, per staccare un po', ho deciso di far ascoltare ai miei ragazzi una musica a cui sono molto legata, "La Serenissima" di Rondò Veneziano.
 

È una musica che spesso ascolto nei miei camminacammina  (un giorno vi racconterò...) e che mi trasmette molto, soprattutto quando ho bisogno di pensare e di ricaricarmi.
L'ho fatta ascoltar loro e ho chiesto di raccontarmi cosa facesse venir loro in mente. 
 
"Non riusciamo a dirlo, maestra, dicci cosa trasmette a te", così l'ho fatto e pian piano sono emersi loro.

"L'inizio mette ansia, è troppo veloce"
"Come se qualcuno scappasse, corresse via"
"Poi però cambia e dà carica, forza; fa sentire liberi"
 
E poi il commento perfetto, quello che sintetizza esattamente le sensazioni che da mesi questo brano mi trasmette e che io non riuscivo a definire...

"All'inizio sei su un cavallo e scappi via lontano, poi diventi tu il cavallo e corri libero nel vento"

lunedì 16 settembre 2013

L'11 Settembre raccontato ai bambini

"Ragazzi, oggi è l'11 settembre!"
"E quindi, maestra?"

Temevo questa risposta. 
Forse sbaglio, ma credo che i bambini, quando sono in un'età in cui possano capire (e ad inizio quarta credo lo siano) debbano sapere cosa è successo l'11 settembre!
Ma come far capire loro cosa è davvero successo? Loro, abituati a vedere nei film cose molto più assurde e a sapere che è tutta finzione?
Come far capire un grattacielo che si affloscia su se stesso, la nuvola di polvere che avvolge tutto, la quotidianità sparsa per strada, la fiumana di gente che si allontana a piedi, la desolazione dopo la paura?  
Perché è quello che volevo passar loro. Non le vite spezzate, l'angoscia del momento, la paura nel capire quello che stava accadendo, il terrore successivo.

L'unico modo per poter fare questo era parlarne insieme.
Così, forte della nuova connessione wifi a scuola, ho acceso il computer, cercato su YouTube un paio di video su cui mi ero preparata e abbiamo iniziato a vederli e a commentarli.

Il primo era un servizio giornalistico in cui si vedeva lo schianto del primo aereo. 
I loro sguardi... non potevano credere al modo in cui l'aereo era entrato nel grattacielo e ne era rimasto incastrato. 
"Ma maestra, l'aereo era grande?" Già, perché visto così sembrava proprio un modellino che entra in un palazzo di carta. 
"Ma la gente non è scappata? E perché il grattacielo è crollato se l'aereo ha sbattuto così in alto?"
Per quanto guardassero il fumo e il fuoco, era troppo difficile immaginare, per fortuna...

Il secondo video era una ripresa amatoriale fatta da un palazzo di fronte alla torre nord, in cui si vedeva il crollo delle torri e la nuvola di polvere che investiva la finestra da cui stavano riprendendo. 
"Guardate i colori per terra." - ho detto loro all'inizio del video- "Guardate il verde delle aiuole e il grigio della strada. Non sono impazzita, notate i colori!"
"Perché maestra?" 
Perché... Perché dopo il crollo della prima torre i colori non c'erano più, tutto era bianco, e lo hanno notato loro. "Sembra abbia nevicato!" 
"Guarda, maestra, i fogli per terra come avevi detto tu!"
E poi il secondo crollo, visto benissimo perché di fronte alla telecamera. 
Abbiamo contato i secondi che ha impiegato la torre ad afflosciarsi, 15 circa. "Ma quanti piani erano?!"
Abbiamo visto la polvere avvolgere tutto, anche la finestra da cui veniva fatta la ripresa, e la telecamera che si spegneva subito dopo. 


E ancora domande, ancora stupore e tanta curiosità; la serietà della situazione che si stempera con racconti più leggeri, la luce che si riaccende e tutto che torna alla normalità.
E loro un po' più ricchi di prima, perchè quando ne avevamo parlato lo avevano solo immaginato ma poi, vedendo, hanno cominciato a capire. 

giovedì 12 settembre 2013

Il piacere del sonno

Non sono mai stata una gran dormigliona, anzi! A letto sempre dopo mezzanotte e mezza, persa davanti alla tv, sveglia presto senza grossi problemi e sonno molto leggero.
Quando è nato il nanogrande, però, per la prima volta, ho capito cosa volesse dire la mancanza di sonno. Non tanto i primi mesi, quelli li metti in conto (a parte il fatto che mi addormentavo sul divano e mio marito non riusciva a svegliarmi, addio sonno leggero...), quanto piuttosto quando, dai tre ai dieci mesi, il nano ha deciso che voleva svegliarsi ogni ora e mezza. Solo a casa, oltretutto, dai nonni no!
Misure drastiche di alcune notti dai miei genitori hanno portato i loro frutti, finalmente si era ricominciato a dormire!!
Poi è arrivato il nanomedio, un angelo, "Santo subito!", come diceva il suo nonno, peccato che da quando ha cominciato a chiamarlo così, lui ha deciso di trasformarsi in Attila... e soprattutto ha deciso che, aiutato da otiti, tonsilliti e bronchiti causa denti, le nostre notti sarebbero state allietate da ore e ore di pianto inconsolabile. Ma poi è passata anche questa e la pace notturna è tornata!
Fino all'avvento della nanettapiccola, 18 mesi di bambina che non sa cosa voglia dire dormire una notte intera. Se va bene i risvegli sono due, se va male sono ogni 20 minuti/ mezz'ora.
Caso vuole, però, che stanotte tutti e tre i nani siano a dormire dai nonni, soprattutto la nanettapiccola, e che si prospetti per me una notte INTERA dopo mesi! 
Sapete che vi dico, allora? Che navigo ancora 10 minuti, il tempo di pubblicare questo post, e me ne vado a nanna. 
Buonanotte!!!

mercoledì 11 settembre 2013

Cose che restano nel cuore

Ci sono anni scolastici che restano nel cuore.

Uno in particolare, faticoso, FATICOSISSIMO...

La ripresa dopo un lungo stop, la prima volta Italiano, tanti casi difficili, i miei bambini ancora piccoli, tutti e due alle prese con una scuola nuova... E poi colleghe straordinarie, con tanto da insegnarmi e trasmettermi, maestre bravissime e amiche speciali.

E poi ci sono alunni che sono nel cuore e là resteranno per sempre.
C'è D., con la sua storia triste, straziante; il suo peso interiore in un corpo di piuma, la sua espressione dura, lo sguardo sempre basso, una corazza per proteggere un cucciolo di appena 8 anni che ne ha già viste troppe nella sua vita. Lui, accoccolato sulle mie gambe a maneggiare i fogli su cui stavo lavorando o sotto la cattedra, tra i miei piedi, a giocare col castello e i soldatini; lui che non scriveva nulla, che non rispondeva mai, che sembrava non ascoltare niente e invece captava e assimilava tutto e, quando meno me lo aspettavo, alzava la testa e dava la risposta giusta. L'ho rivisto qualche mese fa, per strada, capelli allungati fino alle spalle, sguardo alto, un "ciao" sicuro. Il cucciolo fragile è cresciuto e sta crescendo sempre più.

C'è F., un bambinone arrogante e presuntuoso che mi ha fatto impazzire per un anno. Risposte maleducate, reazioni oppositive che mi facevano uscire di testa... E io, che sono un sergente di ferro, che non mollavo niente, mi incaponivo, mi arrabbiavo e lo prendevo con durezza. Fino a quando, in mezzo a quell'arroganza e strafottenza, è apparsa tutta la sua fragilità e sensibilità ;
lui così attento a me e alla bimba che avevo nella pancia, il suo "ciao maestra" detto sempre dopo gli altri, a bassa voce, con lo sguardo basso di chi è in imbarazzo; 
il suo avvicinarsi insieme al gruppo, quando andavo a salutarli col pancione, ma restando sempre un passo indietro, mentre gli occhi e il corpo desideravano avvicinarsi ma la testa e l'imbarazzo lo impedivano; 
il suo arrossire quando mi avvicinavo io e gli facevo una carezza o un abbraccio; 
infine quelle lacrime nascoste e soffocate quando sono andata a salutarli l'ultimo giorno di quinta, non essendo più la loro maestra ma sempre e comunque la 'maestra Lucia', lacrime che tornavano ad ogni sguardo lanciato verso me, ad ogni abbraccio, questa volta cercato e voluto da lui. 
Quella promessa di non perderlo, di esserci sempre per lui e per tutti gli altri loro.

Per C., che incontro sempre per strada, la strada che amo tanto, la strada in cui sono nata, la strada che è casa mia. 
Il "Maestra Lucia!" gridato all'improvviso, pieno di entusiasmo e di felicità; 
il suo abbraccio forte, che dice più di mille parole; 
i suoi regalini e le sue lettere lasciate in portineria e poi le lacrime, anche le sue, il giorno in cui le ho detto che ero stata trasferita d'ufficio, che non sarei più stata la loro maestra, e quell'ultimo giorno di quinta carico di tante emozioni. 

Per D., nipote di un nonno importante di cui è sempre andato giustamente fiero. Bello, simpatico, sveglio, divertente, scansafatiche e birbante come pochi...

Per F., sempre tanto grande e responsabile. Così tanto, da dovermi ripetere, a volte, che aveva solo 9 anni e non molti di più.

Per tutti loro, con la promessa di una pizza ad un mese dall'inizio delle medie, per raccontarmi emozioni, sensazioni, rotture di scatole; come amica più che come maestra, perchè non sono più la loro maestra da alcuni anni ma sarò sempre e comunque la 'Maestra Lucia'.

martedì 10 settembre 2013

"Grazie mamma"

"Grazie mamma" 
...assaporo queste parole, dette dal nano medio.
Sono solo due parole e soprattutto le ho sentite mille volte, ma stasera assumono un significato particolare e inatteso.
Troppe volte le dò per scontate, troppe volte non ci penso e non dò loro la giusta importanza.
Sono la tua M A M M A, piccolo mio. Sono la vostra mamma, piccoli miei.
Sono la persona più importante della vostra vita, per ora. Lo so, ma il trambusto della vita di tutti i giorni non mi ci fa mai pensare. 
Sono per voi quello che la mia mamma era per me. Se mi fermo a pensare, mi ricordo molto bene cosa fosse la mia mamma per me, i sentimenti, le sensazioni. Ma troppo raramente rifletto sul fatto che ora IO sono la stessa cosa per voi.

Forse è meglio così, se facessi sempre ragionamenti di questo tipo sarei una mamma opprimente e soffocante; ma a volte, per fortuna, qualcosa mi fa fermare a rifletterci, anche solo per un momento, e quel momento è un attimo speciale.

domenica 8 settembre 2013

Buon Anno!!

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Domani comincia un anno scolastico importante.
Sì, non ho sbagliato a scrivere, domani perché la mia scuola ha deciso di anticipare di qualche giorno per questioni tecniche.
Un anno scolastico importante per vari motivi...

Prima di tutto perché ritrovo i MIEI alunni.
Per la prima volta, infatti,  a giugno ho potuto salutare i miei ragazzi dicendo loro "Ci vediamo a settembre!"; può sembrare una cosa stupida ma, per una persona abituata a non sapere quale sarà il suo destino l'anno scolastico successivo, è una grande conquista.
Durante queste vacanze ho potuto iniziare a pensare ai progetti da svolgere, ai lavori da fare, ai possibili lavoretti da realizzare per le feste... entusiasmante!! (Mi esalto con poco, sappiatelo!)

Poi perché ho l'ANNO DI PROVA.
L'anno di prova è il primo anno di lavoro dopo l'immissione in ruolo.
È inutile che facciate i conti, lo so che sono entrata in ruolo da due anni, ma prima ero incinta e poi in maternità!!! L'ho detto che sono particolare, io!
Comunque, durante quest'anno si devono svolgere dei corsi a frequenza obbligatoria, dei corsi online, realizzare tesine in itinere e svolgere un progetto da relazionare e discutere davanti ad una commissione di valutazione al termine dell'anno scolastico (oltre a tutto il lavoro in classe).
Dopo tutto ciò, si è UFFICIALMENTE una maestra di ruolo!

Infine per il PROGETTO GIORNALE, che sarà anche l'argomento della discussione di fine anno.
Visto che mi hanno affidato l'insegnamento dell'italiano e che ho una quarta, ho deciso di riprendere in mano la mia tesi di laurea e di svolgere coi miei ragazzi il progetto che avevo ipotizzato all'epoca e svolto solo in parte durante il tirocinio.
"IL QUOTIDIANO IN CLASSE. Analisi della struttura, manipolazione degli elementi che lo compongono e realizzazione di un giornalino di classe."
Mi emoziona molto avere l'opportunità di realizzare un progetto tanto importante per la mia storia di maestra e interamente ideato da me!
Inoltre mi è stato chiesto di proporlo anche nelle quinte della mia scuola, così ho pensato di pubblicarne le varie fasi di lavoro qui sul blog per condividerlo anche con voi.

BUON ANNO A TUTTI!!!

sabato 7 settembre 2013

Inizia L'avventura

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Eccomi qui, a provarci anch'io. Ci mancava proprio un altro blog, non è vero?! 
Lo so, di blog è pieno il web, e allora, a maggior ragione, perchè non provarci anch'io?? 
È un po' che ci penso, da quando un'amica, durante due chiacchiere al volo mi ha detto "Perché non apri un blog?". 
Già, perché non apro un blog...?
Ma cosa potrei mai avere da scrivere di tanto interessante? 
Allora ho cominciato ad osservarmi: CHI sono io? COSA sono? e soprattutto, DI COSA potrei scrivere?
Non ho grandi passioni, purtroppo, ma ho degli  interessi (le cornici decorate, il ricamo, le borse in fettuccia), ma sono talmente pigra che gran parte delle cose che faccio le finisco in tempi biblici, in pratica quando ormai hanno perso il loro scopo...( un disastro, lo so!); 
sono una moglie da 10 anni, ma una pessima casalinga (non chiedetemi di cucinare, potrei avvelenarvi!!);
sono la mamma di tre piccole pesti, un nano grande di 7 anni, un nano medio di 5 e una piccola nanetta di 17 mesi, la principessina di casa che raddrizza i fratelli ad ogni occasione, ma non mi capita spesso di vivere grandi avventure degne di nota, la nostra vita è MOOOLTO normale; 
e poi sono la maestra di italiano di una quarta elementare, con molte idee in testa e tanta voglia di condividerle. 
Ma sì! Avrei potuto fare una marmellata di queste cose: un blog che parli di me, dei momenti di passione per una cosa piuttosto che per un'altra, delle disavventure con i nanetti, dei progetti e i lavori che realizzo in classe, delle emozioni regalatemi dai miei ragazzi.
Chissà cosa ne verrà fuori?
Chissà se ne sarò davvero capace??
Intanto, raccontando di me, ho scritto il mio primo post. Wow!!! Chi lo avrebbe mai detto?!
Ora comincia l'avventura!
A presto!!