Ci sono anni scolastici che restano nel cuore.
Uno in particolare, faticoso, FATICOSISSIMO...
La ripresa dopo un lungo stop, la prima volta Italiano, tanti casi difficili, i miei bambini ancora piccoli, tutti e due alle prese con una scuola nuova... E poi colleghe straordinarie, con tanto da insegnarmi e trasmettermi, maestre bravissime e amiche speciali.
E poi ci sono alunni che sono nel cuore e là resteranno per sempre.
C'è D., con la sua storia triste, straziante; il suo peso interiore in un corpo di piuma, la sua espressione dura, lo sguardo sempre basso, una corazza per proteggere un cucciolo di appena 8 anni che ne ha già viste troppe nella sua vita. Lui, accoccolato sulle mie gambe a maneggiare i fogli su cui stavo lavorando o sotto la cattedra, tra i miei piedi, a giocare col castello e i soldatini; lui che non scriveva nulla, che non rispondeva mai, che sembrava non ascoltare niente e invece captava e assimilava tutto e, quando meno me lo aspettavo, alzava la testa e dava la risposta giusta. L'ho rivisto qualche mese fa, per strada, capelli allungati fino alle spalle, sguardo alto, un "ciao" sicuro. Il cucciolo fragile è cresciuto e sta crescendo sempre più.
C'è F., un bambinone arrogante e presuntuoso che mi ha fatto impazzire per un anno. Risposte maleducate, reazioni oppositive che mi facevano uscire di testa... E io, che sono un sergente di ferro, che non mollavo niente, mi incaponivo, mi arrabbiavo e lo prendevo con durezza. Fino a quando, in mezzo a quell'arroganza e strafottenza, è apparsa tutta la sua fragilità e sensibilità ;
lui così attento a me e alla bimba che avevo nella pancia, il suo "ciao maestra" detto sempre dopo gli altri, a bassa voce, con lo sguardo basso di chi è in imbarazzo;
il suo avvicinarsi insieme al gruppo, quando andavo a salutarli col pancione, ma restando sempre un passo indietro, mentre gli occhi e il corpo desideravano avvicinarsi ma la testa e l'imbarazzo lo impedivano;
il suo arrossire quando mi avvicinavo io e gli facevo una carezza o un abbraccio;
infine quelle lacrime nascoste e soffocate quando sono andata a salutarli l'ultimo giorno di quinta, non essendo più la loro maestra ma sempre e comunque la 'maestra Lucia', lacrime che tornavano ad ogni sguardo lanciato verso me, ad ogni abbraccio, questa volta cercato e voluto da lui.
Quella promessa di non perderlo, di esserci sempre per lui e per tutti gli altri loro.
Per C., che incontro sempre per strada, la strada che amo tanto, la strada in cui sono nata, la strada che è casa mia.
Il "Maestra Lucia!" gridato all'improvviso, pieno di entusiasmo e di felicità;
il suo abbraccio forte, che dice più di mille parole;
i suoi regalini e le sue lettere lasciate in portineria e poi le lacrime, anche le sue, il giorno in cui le ho detto che ero stata trasferita d'ufficio, che non sarei più stata la loro maestra, e quell'ultimo giorno di quinta carico di tante emozioni.
Per D., nipote di un nonno importante di cui è sempre andato giustamente fiero. Bello, simpatico, sveglio, divertente, scansafatiche e birbante come pochi...
Per F., sempre tanto grande e responsabile. Così tanto, da dovermi ripetere, a volte, che aveva solo 9 anni e non molti di più.
Per tutti loro, con la promessa di una pizza ad un mese dall'inizio delle medie, per raccontarmi emozioni, sensazioni, rotture di scatole; come amica più che come maestra, perchè non sono più la loro maestra da alcuni anni ma sarò sempre e comunque la 'Maestra Lucia'.