Il mio mondo

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sabato 8 febbraio 2014

Sono nata col registro in mano

È proprio vero che, quando si ha la grande fortuna di fare il lavoro che si sogna, ci si trova a fare ciò che i nostri geni ci suggeriscono.



Io, per esempio...

Non potrei mai lavorare con i numeri...
Sono portata per la matematica, mi piace molto, sono una persona estremamente logica e razionale, ma quando mio marito, ragioniere, inizia a parlarmi di conti o valore dei numeri, la mia mente si chiude.
È come se mi trasformassi in Patrick, l'amico di Spongebob... Dopo pochi momenti in cui riesco a seguire il discorso, le parole nella mia mente diventano tanti 'Bla Bla Bla...' e la testa si perde in altri pensieri.
Non è cattiveria o disinteresse, davvero! È che proprio non riesco.

Non potrei mai fare la pubblicitaria...
Non ho ironia, non sono pungente, non ho il dono della sintesi.
Ammiro chi sciorina frasi ad effetto o ha sempre la risposta pronta e adeguata.

Non potrei mai lavorare in un'attività commerciale...
Disordinata cronica, pigra, non più capace di sfoderare il mio miglior sorriso di fronte a chi mi sta antipatico.

Nemmeno prendo in considerazione l'ipotesi "donna di casa"...
In quattro parole, NON FA PER ME!! 
Evito di pubblicare la foto dei miei "hot spot", per dirla nel modo delle FlyLady, e ringrazio di avere un angelo custode che ci pensa al posto mio.

Certo, ci sono professioni che mi piacerebbe fare ma... 

Io sono una maestra! C'è poco da fare.

Sono nata col registro in mano. Il primo l'ho creato quando ho imparato a scrivere, lo usavo per segnare le assenze dei miei peluche alle lezioni che tenevo in salotto con tanto di lavagna e gesso.
Ma, soprattutto, mi rendo conto che questo È il mio lavoro. 
Qualche settimana fa una ragazza, al termine di una supplenza in quinta, ci ha detto, salutandoci: "Questo non è il mio lavoro. Io sono un'educatrice, non so insegnare. Per fortuna la supplenza è finita oggi perché domani avrei dovuto spiegare il congiuntivo e non avrei saputo da che parte cominciare". 
Lei è un'educatrice e, infatti, ha fatto fare ai ragazzi progetti bellissimi. Ma davanti ad una spiegazione era persa.

Io so spiegare... 
Non è presunzione, è una semplice constatazione. I primi tempi, man mano che avevo a che fare con i ragazzi, con le spiegazioni e i compiti, mi rendevo conto che quello che spiegavo veniva capito e appreso. 
"Allora sto facendo la cosa giusta!" mi sono detta dopo un po', nonostante quello che mi diceva chi voleva scoraggiarmi.

Certo, la strada è ancora molto lunga, ma più la percorro e più mi rendo conto che io sono NATA per fare questo lavoro e sono una privilegiata nel poterlo svolgere.

domenica 2 febbraio 2014

Ricordati di essere felice


Stasera mi sono persa nei ricordi e nelle foto di quando è nata la nanapiccola. 

Avevo appena ricevuto in eredità uno smartphone e, da lì in poi, è stato un tripudio di foto pubblicate. 
Rivederle e leggerne i commenti mi ha riportato alla mente quelle sensazioni, come è normale che sia.

Era tutto così difficile, dentro e fuori, ma che bei ricordi. Sembravo serena. 
E poi? 
Cosa è successo?

Pochi minuti dopo, scorrendo facebook, mi sono imbattuta in un link dal titolo significativo...

Ricordarmi di essere felice... 

Ne ho davvero bisogno, soprattutto adesso. 
Ma forse ciò di cui ho ancora più bisogno, è di riuscire a ricordarmi il perché, o il quando, ho smesso di esserlo. Sarebbe bello.