Il mio mondo

Il mio mondo

domenica 7 giugno 2015

Non si può piacere a tutti

Non ho il coraggio di guardare da quanto tempo non posto...
Dalla mia ho il fatto che, quest'anno, mi sono dedicata al blog dei miei ragazzi (ragacheclasse.wordpress.com).
A proposito dei miei ragazzi...
qualche giorno fa mi sono scontrata, per la prima volta, con genitori che hanno criticato una mia scelta didattica in un modo che non mi sarei mai aspettata.

Sono gli ultimi giorni di scuola e i miei alunni sanno che, dopo il ponte del 2 Giugno, tutte le ore trascorse con me saranno dedicate a vedere film.
Quali film lo scegliamo insieme, sotto mio consiglio. I prescelti sono: alcuni Harry Potter, i più significativi, "The Skulls", essendo tutti noi un po' in fissa con la morte di Paul Walker e non potendo vedere "Fast and furious" e "Top gun".


Il mio più grosso dubbio quest'ultimo era legato alle parolacce, ne abbiamo parlato, li ho avvisati e poi abbiamo cominciato a vederlo.
Ospiti in classe con noi, per esigenze di noi insegnanti, c'erano anche gli alunni della quinta in cui svolgo inglese e musica; non sto a dirvi il caldo in 45 persone (43 alunni e 2 maestre) in un'aula di 5m x 7m esposta al sole nella fascia oraria dalle 14.30 alle 16.30...

Comunque vediamo il film, lo spieghiamo man mano che le scene e i combattimenti aerei si susseguono, scherziamo con le ragazze sulla scena di beach volley e arriva la scena del bacio... non ci dò troppo peso, ci rido un po' su dicendo ai ragazzi, che erano andati in bagno fino a quel momento a causa del caldo, perché nessuno dovesse andare in bagno proprio in quel momento e la scena finisce senza particolare reazione di nessuno di loro.

Alla sera c'è la cena di classe della quinta "ospite".
La serata si apre con il papà di una bimba che, davanti a tutti, con tono polemico/ironico mi chiede se non trovassi "Top gun" troppo spinto per i ragazzi, rispondo che alla fine si tratta solamente di un bacio, sicuramente un po' intenso, ma nulla più e proseguo la mia serata.
Quasi al termine, mentre tutti erano pronti a consegnare il regalo alle rappresentanti arriva la doccia fredda.
Il padre in questione aspetta un momento di sostanziale silenzio e urla:
- Maestra, ho il film perfetto da far vedere l'anno prossimo: "The wolf of Wall Street"! - (se qualcuno di voi lo ha visto saprà il livello di scene di sesso che vi sono all'interno) - Oppure 9 settimane e 1/2!! O "Top gun 2"!! Lunedì quale ci propone?!?!
Io per un po' abbozzo sorrisini di circostanza, poi, stanca di essere falsa, prendo il cellulare e faccio una telefonata. Il gesto dev'essere stato notato perché, prima di andare via, il papà mi si avvicina, si scusa, sperando che non mi sia offesa, e si premura di dirmi che era solo uno scherzo.
A voi ogni considerazione a riguardo...

Il giorno dopo, sul diario di un'altra bambina, trovo una comunicazione del papà che con toni molto duri e arroganti mi dice che a fine anno non parlerà di progetto formativo, ma MI CHIEDE quale sia L'IDEA alla base del vedere "Top gun" e mi domanda, se NON CREDO che le famiglie vadano informate prima rispetto ai film che si vogliono far vedere e che "Il film è adatto a un'altra età!". Per concludere, mi fa notare che la cosa era stata detta la sera prima anche da altri genitori (GRAZIE!! NON ME N'ERO ASSOLUTAMENTE ACCORTA!).

Avrei voluto far presente ai suddetti genitori, con comunicazione sul diario, che il film NON era destinato ai loro figli, ma ai miei alunni, che dovevano già vederlo in precedenza, e che loro erano stati gentilmente OSPITATI in classe nostra, per decisione condivisa con l'insegnante di classe; mi sono limitata a firmare e incassare, su consiglio delle mie colleghe con più esperienza di me.

La conclusione è che io ne sono uscita con le ossa rottissime!
So che non tutti possono essere d'accordo con le mie scelte didattiche e che mi capiteranno spesso situazioni simili a questa, ma non avrei mai immaginato di essere umiliata davanti a tutti e che qualcuno si permettesse di farmelo notare con toni così arroganti.
Le ragazze, in tutto questo, si sono sentite in dovere di chiedermi scusa (LORO!!), sia per la serata che per l'avviso sul diario, e il resto della classe mia ha chiesto, con occhi supplichevoli, di vedere i film insieme l'ultimo giorno di scuola e io ho dovuto dire di no.
Dispiace più a me che a loro, credetemi!

sabato 22 novembre 2014

I miei ragazzi come i "Titans" - storia di una classe e di un film -

Quando finisco di vedere un film importante o molto bello, spesso mi resta dentro una sensazione particolare: una strana soddisfazione, una gioia difficile da spiegare che, a volte, si unisce ad un lieve senso di tristezza dato dal fatto che "sia finito".
 
Quando il "BEL FILM" l'ho fatto vedere ai miei alunni, la soddisfazione e la gioia si sono moltiplicate in modo sproporzionato...
Vedere il loro interesse, il loro entusiasmo, la loro soddisfazione; sentire le loro risate e rispondere alle loro domande, mi ha dato una gioia indescrivibile.
 
Il film che ho proposto loro è "Il sapore della vittoria - uniti si vince".
 
 
Ho scelto questo film perché tratta temi importanti quali l'amicizia, l'integrazione e il razzismo e, per far capire a quegli elementi della mia classe che non perdono occasione per litigare, quanto sia importante l'unione e il rispetto.
 
Dopo aver fatto vedere il film  ho dato ai ragazzi una scheda su cui avevo scritto brevemente la trama e i personaggi principali, ma non ho proposto subito un lavoro su ciò che avevano visto. Ho voluto, prima, osservare se la visione del film avesse lasciato loro qualcosa da applicare nelle relazioni di classe e, in effetti, un po' è stato così.
Dopo circa un mese, ho chiesto loro di rispondere ad alcune domande di riflessione sul film, che vertevano in particolare sulle scene che maggiormente li avevano colpiti, i personaggi preferiti e un loro breve commento.
 
Qui di seguito potete trovare la scheda proposta da me, le risposte e le riflessioni dei ragazzi, invece, potete trovarle sul loro blog:
 
 
SCHEDA FILM:
 
 
1971:
Ad Alexandria, nello stato della Virginia, l’attenzione dei cittadini è interamente monopolizzata dal football studentesco.
Da quando il Comitato scolastico viene obbligato ad unire due scuole, frequentate l’una da bianchi e l’altra da ragazzi di colore, le fondamenta della grande tradizione di football vacillano e in città scoppiano rivolte e dissidi.
L’allenatore di colore Herman Boone viene chiamato dal Comitato Scolastico come Capo allenatore della squadra di football del liceo T.C. Williams High School, sostituendo il precedente coach, Bill Yoast, allenatore con molti anni di esperienza ed un seguito fedele di sostenitori. Quest'ultimo, anche se inizialmente decide di andarsene, pressato dai ragazzi bianchi, accetta di diventare vice-capoallenatore e di allenare il reparto della difesa. 
Le tensioni razziali all'interno della squadra si disciolgono via via durante lo stage estivo di selezione, ma al ritorno sui banchi di scuola le cose non vanno per il meglio. Emblematico di volta in volta il rapporto tra bianchi e neri e il rapporto tra Gerry Bertier e Julius Campbell, dapprima litigiosi nemici e poi inseparabili amici. 
La determinazione con cui i due allenatori collaborano e vincono, inoltre, è un trionfo della volontà, che riesce a riconciliare una città divisa dal pregiudizio e dall’intolleranza.
Nonostante tutte le opposizioni rivolte alla squadra, i Titans riescono a raggiungere la finale del campionato statale ma durante i festeggiamenti, un incidente segnerà le sorti della squadra: Gerry resta infatti paralizzato a causa di un incidente automobilistico. 
La squadra riesce comunque a vincere la finale in rimonta. 
Nel corso dei dieci anni successivi, fino alla sua morte, Gerry riesce a vincere delle medaglie alle para-olimpiadi, le olimpiadi dei disabili.
 
PERSONAGGI PRINCIPALI:
 
Coach Herman Boone: Allenatore di colore chiamato ad essere Primo allenatore della squadra dei Titans; severo, intransigente, con un unico scopo: formare una squadra unita e compatta che abbia come unico obiettivo lo spirito di squadra per raggiungere la vittoria.
 
Coach Bill Yoast: Primo allenatore storico della squadra di football di Alexandria, viene sostituito dal coach Boone contro la sua volontà. 
Razionale e collaborativo, capisce le buone intenzioni del suo collega di colore e inizia a collaborare per raggiungere l’integrazione tra i due gruppi di ragazzi.
 
Gerry Bertier: Capitano della squadra, duro e intransigente ma ragionevole e intelligente; dapprima convinto di non volersi avvicinare minimamente ai compagni di squadra di colore, diventerà poi il migliore amico di Julius Campbell, il più carismatico tra i giocatori neri.
 
Julius Campbell: Il più carismatico e meno collaborativo componente della squadra di colore, non ha nessuna intenzione e voglia di integrarsi con i componenti della squadra bianca. Quando inizia a giocare per il bene della squadra e della vittoria, capisce che il razzismo e la durezza non portano da nessuna parte e diventa il migliore amico di Gerry.
 
Petey Jones: Runnin back
 
Jerry 'Rev' Harris: Quarterback
 
Ronnie 'Raggio di Sole' Basa: Quarterback
 
Louie Lastik: unico giocatore bianco che si integra da subito con i compagni di colore, insegnando al resto della squadra che l’integrazione è possibile.
 
Ray Budds: Unico giocatore bianco che non si è mai integrato col resto della squadra, fino a mettere a repentaglio la sicurezza di un compagno nero che, durante un’azione non svolta in modo corretto da lui, si rompe un polso. Verrà allontanato dalla squadra dal suo ex migliore amico, nonché capitano dei Titans, Gerry. 

giovedì 30 ottobre 2014

I miei alunni meravigliosi! Così li definisco quando scrivo di loro

Tanto tempo che non scrivo (troppo!), tante cose successe in questi mesi... Troppe!

Una su tutte, però: è finalmente ricominciata la scuola e ho ritrovato i MIEI ragazzi!
Mi piace chiamarli così, quest'anno poi (in particolare in questo periodo) li sento particolarmente "miei". Prima di tutto perché ormai li conosco da più di un anno e li sto vedendo diventare grandi sotto i miei occhi e insieme a me, e poi perché, purtroppo, la mia collega di classe ha avuto un piccolo incidente ed è assente da circa un mese e io mi sto rendendo conto di essere sempre più il loro punto di riferimento.
Sento la loro fiducia nei miei confronti, sento il loro entusiasmo quando chiacchieriamo, sanno che in me possono trovare un punto di riferimento e me lo comunicano inconsciamente ogni giorno.
L'anno scorso uno dei ragazzi mi ha presentato così ad una compagna appena arrivata "la maestra Lucia è un po' mamma e un po' maestra: è mamma quando ci parla e ci coccola ed è maestra quando ci sgrida"; lo stesso alunno oggi mi ha dichiarato una cosa molto bella. Stavamo parlando del viaggio a Roma di alcuni di loro (solo 6 per ogni sezione), in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico, e della possibilità che io fossi dovuta andare con loro a sorpresa, a causa dell'incidente della mia collega, avvenuto due giorni prima della partenza. 
La mia presenza a roma, infatti, non era prevista, si era deciso che io restassi a scuola col resto resto della classe che, tra l'altro, era non poco arrabbiata e delusa del non poter partecipare all'evento, e io sapevo che contava su di me per trascorrere due giornate scolastiche tra film e svago, per non pensare ai compagni in gita.
Ho raccontato ai ragazzi la mia indecisione nel momento in cui mi è stato comunicato che la mia collega, insegnante di classe da quattro anni e, quindi, unico loro punto di riferimento in quell'occasione, non poteva accompagnarli.
Non sapevo cosa fare, da un lato sapevo che, se non mi fossi presentata a scuola il lunedì, avrei deluso i ragazzi che mi aspettavano e, allo stesso tempo, sapevo che i 6 che andavano a Roma sarebbero stati senza nessuna delle loro maestre. Il dubbio si è risolto qualche ora dopo la richiesta di partecipazione, con un comunicazione della scuola sulla necessità che io restassi a Milano a coprire la classe.
Quando oggi l'ho raccontato ai ragazzi, quell'alunno mi ha detto: "sai, maestra, io avrei avuto bisogno di te a Roma..." e io mi sono resa conto che, come lui, anche gli altri ragazzi lontani da casa avrebbero avuto bisogno della figura di riferimento che era venuta a mancare.

Ecco che allora mi fermo a pensare a quanto sono fortunata nel fare il lavoro che amo e a quanto sia speciale avere tutti i giorni a che fare con ragazzi capaci di trasmettermi forza, allegria, entusiasmo e tanta carica. 
Adoro respirarli e viverli ogni giorno!

domenica 3 agosto 2014

Anche questa è Milano...?

Amo andare in giro senza una meta, mi rilassa, mi fa sentire bene e, per mia fortuna, ho la possibilità di farlo.
A volte faccio lunghe camminate, a volte interminabili giri in macchina. Macino chilometri su chilometri e sgombro la mente, lascio che vaghi anche lei senza una meta fissa.
Oggi sono capitata in un posto magico e mi sono lasciata rapire; ho fermato la macchina e ho iniziato a camminare chiedendomi se un posto così potesse esistere davvero in questa zona di Milano.
Conosco bene queste strade, le ho percorse tutti i giorni per cinque anni, gli anni del liceo. So bene cosa c'è in questa zona: stradoni trafficati, palazzi moderni che ospitano uffici, fabbriche che sembrano in disuso chissà da quanto, case scrostate e cadenti... Ma oggi, per la prima volta, ho guardato in una piccola via laterale e, quando ho svoltato un angolo, mi sono trovata di fronte a questo... 




No... Questa non può essere Milano!! Vedi?! C'è una Mini parcheggiata fuori da quella casa di campagna in stile british! 


Forse mi è successo come in "Non ci resta che piangere"... Si! Non può essere che così!!
E invece no, è proprio Milano, e le tag sui muri lo confermano tristemente... 
E poi, mentre stavo tornando alla macchina, ho alzato la testa e ho visto una finestra illuminata, che sapeva tanto di casa e che mi ha riempito il cuore. 
E il #guidaguida è ricominciato con un pezzetto di magia nel cuore e nella mente.



venerdì 16 maggio 2014

Succede che... - La visita di Renzi alla scuola Massaua di Milano-

Succede che i genitori della scuola decidano di ridipingere le aule.



Succede che facciano un lavoro bellissimo: smontino dal muro armadiature e scaffali, scelgano colori allegri e riposanti, decorino il tutto con scritte sui muri, lavino i vetri (dantro e fuori!!), sostituiscano veneziane rovinate e ci facciano trovare una scuola in cui è ancora più bello lavorare.


Succede che i genitori invitino il presidente del consiglio, Matteo Renzi, a visitare la scuola durante l'imbiancatura inviandogli questa lettera.

E succede che...
...il presidente del consiglio accetti l'invito e, martedì mattina, venga a vedere il lavoro svolto.

 
Guarda il video:

La comunicazione arriva alle 18 di lunedì e tutto è da organizzare, soprattutto la rappresentanza dei bambini (delle classi quinte) che avrebbero accolto Renzi in salone, ponendogli delle domande. Ma le maestre sono state bravissime e, lunedì sera, con uno scambio di mail, hanno scelto gli alunni e stabilito le domande da far porre e i ragazzi, martedì, sono stati impeccabili.

È stata una visita molto veloce, in un clima informale e divertente, che ha lasciato tutti, indipendentemente dalle idee politiche di ciascuno, con il pensiero che non capiti spesso di poter raccontare in questo modo il grande regalo che ci è stato fatto dai genitori.
 
GRAZIE GENITORI!!
 


venerdì 21 marzo 2014

Festa di primavera arriviamoooo!!!!

Ogni occasione è buona per far festa, soprattutto con dei bambini, e quale migliore occasione se non l'inizio della primavera!


Ogni anno, per celebrare la "Festa di primavera", nella mia scuola viene indetto un concorso in cui, ogni classe, in grande o piccolo gruppo, realizza un lavoro che viene votato dalle altre classi.
I vincitori vengono poi premiati davanti a tutta la scuola con un rito molto divertente.

Quest'anno il tema del concorso era LO SPAZIO e a noi quarte è stato affidato il tema dei miti e le costellazioni.

Sono sempre stata affascinata da Orione e, quando ho scoperto che il suo mito è legato a quello dello scorpione, l'ho subito proposto ai bambini.
Vi lascio immaginare il loro entusiasmo! Passavano i pomeriggi al parco, quando il sole era già calato, a cercare Orione in cielo senza che le mamme ne capissero il perché! : ))

Abbiamo trovato una versione molto semplificata del mito nel libro "Lo zoo celeste" e sono iniziate le proposte su come realizzare il lavoro.

Prendendo spunto da questa lampada molto particolare, ho pensato alla struttura portante del progetto.


Quale miglior punto di partenza!

Il nostro materiale: 
@ base di cartone 
@ tovaglia di carta 
@ tovaglioli di carta 
@ palline da ping pong
@ lucine da albero di Natale 
@ scatola di cartone 
@ colla vinilica 
@ colla a caldo
@ glitter



Fasi di lavoro:

@ per prima cosa abbiamo ricoperto una grande base di cartone con una tovaglia, utilizzando la tecnica della colla vinilica diluita con acqua 




@ abbiamo poi riportato sul cartone le due costellazioni, cercando di rispettare le giuste proporzioni tra le stelle e poi abbiamo bucato il cartone in corrispondenza dei segni delle stelle.

@ abbiamo fatto passare una lucina da albero di Natale in ogni foro e, con la colla a caldo, ci abbiamo incollato sopra una pallina da ping pong, precedentemente bucata col calore della pistola della colla a caldo.


@ abbiamo poi fatto passare un filo di lana intorno alle palline per delineare le costellazioni.

@ abbiamo riassunto il mito in poche frasi, che abbiamo scritto su fogli colorati incollati su un cartone.


@ l'ultima frase del mito l'abbiamo scritta a contorno dei due emisferi celesti che si susseguivano l'uno all'altro.


Per creare quest'ultima parte abbiamo realizzato un cerchio di cartone, ricoperto di tovaglioli di carta e colla vinilica. 
Nei due semicerchi abbiamo disegnato le costellazioni, usando i glitter argento, e abbiamo fissato il cerchio al cartone di sfondo con un perno che gli permettesse di ruotare. 
Abbiamo poi ricoperto la metà inferiore del tondo con una scatola di cartone, creando un'ipotetica linea d'orizzonte.
Sulla scatola abbiamo apposto una scritta "girami" per portare coloro che vedranno il nostro lavoro a scoprire la fine   del mito e l'inseguirsi, nel cielo, delle due costellazioni.


Ecco il nostro lavoro concluso e illuminato, pronto per essere votato!




P.S. Purtroppo la votazione non è andata benissimo e il nostro lavoro non è stato apprezzato come speravamo. Ma noi ci siamo divertiti un mondo a realizzarlo e questo è l'importante!!



domenica 16 marzo 2014

Non stanotte, Sara, ti prego...

"Stanotte è stata bravissima, ha dormito 12 ore filate!"


Se è davvero così, cara nonna, perché quando è a casa si sveglia alle 2 e non si riaddormenta fino alle 4?!
E soprattutto non stanotte. Non in questa notte difficile, arrivata dopo l'ennesimo crollo, in cui l'unica cosa di cui ho bisogno è dormire per fermare i pensieri.

Invece no, sono le 4.40 e i pensieri sono ripartiti, come un fiume in piena, e io non riesco ad arginarli. 
E con loro l'ansia, l'angoscia, la tristezza, il pianto...
"Non stanotte, Sara, ti prego..." e invece proprio stanotte...